Quando, dopo il soggiorno sulla terra, seguendo la via del rientro che porta all’Essere, si raggiunge la coincidenza degli opposti, si è sempre in due in quel punto di passaggio. Due metà di un intero ricongiunte. L’altra metà è quella ritrovata nella lunga peregrinazione nella vita.
Poi, quando ci sarà ritorno − l’eterno ritorno dell’uguale −, su quel passaggio l’intero si dividerà ancora perché così vuole il gioco della ricerca e della scoperta in questo mondo di cose contrapposte, ma ci saranno inequivocabili segni di riconoscimento a questo punto.
Uno di essi è l’anello che il Destino spezza in due parti uguali, affidando ad ognuno la metà.
Così, io credo, ricomincerà la ricerca, o similmente.
Coincidenza degli opposti
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25 maggio 2012 alle 10:57
Dove sono i segni inequivocabili di riconoscimento? Se lunga la vita io non ho mai riconosciuto, ne mai sono stata riconosciuta, eppur credevo m’avrebbe riconosciuta fra mille…io credo che il destino mai mi ha spezzata…resto parte indissolubile…eppur ancora cerco..l’altra mia parte..
27 maggio 2012 alle 21:12
Gentile Anastasia.
I “segni inequivocabili” si possono avere soltanto dopo aver raggiunto
l’ “eterno ritorno dell’uguale” ed esso è il risultato di un cammino
lungo venticinque secoli, quello tracciato e costruito dalla
filosofia. (Vedi fra l’altro “Nietzsche e l’uscita dal cerchio
dell’eterno ritorno”)
A questo punto tutto è stato detto di esso e le parole si trovano nel
BLOG, una vasta letteratura che comprende anche miti, misteri,
religioni, filosofia. (Vedi “Compendio. Il cammino misterioso che
attraversa il sonno, l’inconscio e la morte”).
Ma l’idea può essere espressa anche con poche parole:
– esiste la metempsicosi e le manifestazioni di essa sono innumerevoli;
– però non si conosceva il cammino che collega le esistenze, quella
presente alle passate e future;
– perciò quando ci si imbatteva in cose ed aspetti già vissuti,
sembrava che questo avvenisse per caso o per misteriosa destinazione,
ma non c’erano certezze sulla loro attendibilità;
– dopo, invece, i segnali sono diventati chiari e distinti;
– sono le certezze dell’ “eterno” che ritorna in questo mondo di
apparenze, a rivedere ciò che è stato, è e sarà.
Si può non essere più gettati e tolti come normalmente avviene, ma
arrivare, partire, ritornare.
Questo cammino è ora iscritto nella cultura.
C’è anche un altro aspetto nel pensiero di Anastasia che va
sottolineato. Lei dice: “… resto parte indissolubile … eppur ancora
cerco … l’altra mia parte”. Infatti è proprio così: Siamo sempre una
cosa sola, non due metà ma un intero. Però nel mondo delle apparenze
una metà non appare (vedi “La metà nascosta”). Poi, quando si
raggiunge la coincidenza degli opposti, si capisce che c’è e che si
può trovare, e si ritorna. Si può vedere in faccia ciò che era nei
modi del desiderio, del sogno, della speranza.